Giò Pomodoro (1930-2002)
Gio’ Pomodoro nasce nel 1930 a Orciano di Pesaro.
A Siena frequenta l’ambiente artistico della Galleria Numero e, nel ‘54, si trasferisce con la famiglia a Milano. Qui espone insieme al fratello Arnaldo alla Galleria del Naviglio. Nel 1956 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove presenta i lavori eseguiti a partire dal 1954: gli argenti fusi su osso di seppia dedicati al poeta Ezra Pound. Inizia a collaborare con la rivista Il Gesto e partecipa alle mostre del gruppo Continuità con il fratello, Fontana, Dorazio, Novelli, Perilli, Tancredi e Turcato. Nel 1958 la personale alla Galleria del Naviglio viene presentata da Gio Ponti. In questo periodo si stacca dal gruppo che si organizza intorno alla rivista Il Gesto e inizia la serie Fluidità contrapposta che espone a Documenta II a Kassel nel 1959. Dal 1958 lavora alle Superfici in Tensione con cui vince il premio per la scultura, insieme ad Anthony Caro, alla prima Biennale per Giovani Artisti a Parigi nel 1959. Nel 1961 tiene un’importante mostra alla Galerie Internationale di Parigi e nel 1962 espone alla Galleria Blu di Milano e alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1964 la Tate Gallery di Londra acquista l’opera One. L’artista realizza alcune grandi opere della serie Folle e dal 1965 inizia a lavorare ai Radiali e ai Quadrati. Nel biennio 1966-67, dopo i viaggi negli Stati Uniti, esegue Black Liberator, dedicato ai “neri” d’America.
D’ora in poi, per i successivi dieci anni, Gio’ predilige la pietra e il marmo, e trasforma le tensioni in torsioni. Inizia la serie degli Archi, dei Soli, dei Contatti, che realizza nello studio di Querceta, in Versilia. Nel 1980 progetta la scenografia per il Flauto magico di Mozart messo in scena alla Fenice di Venezia. Nel 1984 è nuovamente presente alla XLI Biennale e si inaugura a Pisa un’antologica nelle sale di Palazzo Lanfranchi. Nel 1989 l’artista presenta un’importante personale alla Rotonda della Besana di Milano a cura di Guido Ballo. Nel 1994 è invitato a partecipare alla mostra The Italian Metamorphosis, 1945-1968 al Guggenheim Museum di New York. Nel 1995 espone le sue opere più significative in Inghilterra allo Yorkshire Sculpture Park e nel 1996 presenta sculture e grandi acquerelli nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. Come ospite d’onore partecipa alla VII Biennale del Cairo nel 1998 e a Genova nel 2001 inaugura l’opera Sole – agli Italiani nel mondo sul Molo dei Mille.
Nel 2002 Gio’ Pomodoro riceve il premio alla carriera Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture. Muore a Milano nel dicembre dello stesso anno.